RiArte - dettagli di colore
Rielaborare in un nuovo concetto e in una nuova visione gli oggetti, opere d’arte e i materiali riciclati. Un percorso visionario che vede l’artista erbese Davide Molteni autore del “Progetto RiArte” – Dettagli di colore. Nuove forme, nuovi colori, rielaborazione creativa dei materiali, frutto della visionaria creatività dell’artista. “Come Geppetto ha visto Pinocchio in un comune tronco di legno, io vedo qualcosa di artistico in oggetti altrimenti irrecuperabili”, spiega Davide Molteni.
Undici opere che nascono dall’idea di utilizzare copie di quadri di grandi artisti della storia dell’arte esaltandone un dettaglio con una foto e usando i quadri recuperati in vari mercatini dell’usato per trasformarli per dar loro nuova vita, creando nuovi colori, per creare un nuovo progetto dove passato, presente e futuro si legano in un nuovo inscindibile filo conduttore. “L’obiettivo è esaltare la bellezza di grandi opere classiche per avvicinarle nuovamente al pubblico. La scelta dei quadri da utilizzare per il progetto è stato del tutto istintivo, grandi opere, difficile usare la razionalità”, commenta l’artista.
Le fotografie utilizzate per le opere sono state scaricate da siti web e sono libere da copyright.
Le opere utilizzate appartengono a maestri della storia dell’arte come Salvador Dalì, Andy Warhol, Pablo Picasso, René Magritte, Eduard Munch, Claude Monet, Leonardo Da Vinci, Guido Reni, Andrea Mantegna, Sandro Botticelli, Jam Vermeer.
Le opere sono frutto di uno studio iniziato con la ricerca dei quadri e su come riprodurle, arrivando alla scelta della stampa digitale per sublimazione in quanto a contatto con i tessuti in poliestere si scalda e il colore, trasformandosi in gas liquido, si unisce al tessuto indelebilmente, resistendo anche a sbalzi di calore caldo/freddo e viceversa, acquistando il sapore dell’eternità.
Una ulteriore ricerca è stata fatta sui dettagli e sui colori, con i quali l’artista gioca. Una volta realizzata la stampa tramite spettrofotometro, l’artista ha estratto un dettaglio diverso per ogni opera, l’ha fotografato e ingrandito. L’ingegno di Molteni è consistito nel creare per ogni dettaglio una nuova nuance di colore utilizzando quello che lui chiama “l’ingrediente segreto”, in aggiunta al colore dominante della ricetta del colore originale. A queste nuove nuance è stato attribuito da Molteni un nome nuovo che riprende il dettaglio estrapolato dall’opera dei grandi maestri. Il progetto, come detto, è stato possibile grazie al recupero di varie opere nei mercatini. Ogni vecchio quadro, compreso vetro e cornice, è stato pitturato completamente, come se fosse una tela bianca, da qui il nome del progetto “RiArte”.
“Il mio intento era non distruggere il lavoro di altri che hanno messo anima e cuore per realizzare quell’opera – sottolinea Davide Molteni -. In questo mondo così inquinato e maltrattato, con le mie creazioni cerco sempre di utilizzare materiale di recupero da oltre 15 anni. Questa nuova ricerca sui colori è nata a seguito del periodo buio della pandemia in cui tutto appariva grigio e spento. Così preferisco colori forti e luminosi, per trasmettere ai visitatori della mia mostra gioia, felicità e serenità. Il riuso delle opere d’arte focalizza l’essenziale di un mondo a colori. Undici pezzi di varie forme e misure con l’obbiettivo di ingrandire il microcosmo di una foto in cui si nota la potenza e la forza dei colori, per oltrepassare i confini che le convenzioni pongono con le cornici e il vetro, per superare e offrire allo spettatore una visione più ampia del colore. Ma una nuova visione parte sempre dalle grandi opere del passato e chi si vuole avvicinare all’arte moderna non può prescindere da uno sguardo che guarda indietro”.
www.davidesigner.it
Undici opere che nascono dall’idea di utilizzare copie di quadri di grandi artisti della storia dell’arte esaltandone un dettaglio con una foto e usando i quadri recuperati in vari mercatini dell’usato per trasformarli per dar loro nuova vita, creando nuovi colori, per creare un nuovo progetto dove passato, presente e futuro si legano in un nuovo inscindibile filo conduttore. “L’obiettivo è esaltare la bellezza di grandi opere classiche per avvicinarle nuovamente al pubblico. La scelta dei quadri da utilizzare per il progetto è stato del tutto istintivo, grandi opere, difficile usare la razionalità”, commenta l’artista.
Le fotografie utilizzate per le opere sono state scaricate da siti web e sono libere da copyright.
Le opere utilizzate appartengono a maestri della storia dell’arte come Salvador Dalì, Andy Warhol, Pablo Picasso, René Magritte, Eduard Munch, Claude Monet, Leonardo Da Vinci, Guido Reni, Andrea Mantegna, Sandro Botticelli, Jam Vermeer.
Le opere sono frutto di uno studio iniziato con la ricerca dei quadri e su come riprodurle, arrivando alla scelta della stampa digitale per sublimazione in quanto a contatto con i tessuti in poliestere si scalda e il colore, trasformandosi in gas liquido, si unisce al tessuto indelebilmente, resistendo anche a sbalzi di calore caldo/freddo e viceversa, acquistando il sapore dell’eternità.
Una ulteriore ricerca è stata fatta sui dettagli e sui colori, con i quali l’artista gioca. Una volta realizzata la stampa tramite spettrofotometro, l’artista ha estratto un dettaglio diverso per ogni opera, l’ha fotografato e ingrandito. L’ingegno di Molteni è consistito nel creare per ogni dettaglio una nuova nuance di colore utilizzando quello che lui chiama “l’ingrediente segreto”, in aggiunta al colore dominante della ricetta del colore originale. A queste nuove nuance è stato attribuito da Molteni un nome nuovo che riprende il dettaglio estrapolato dall’opera dei grandi maestri. Il progetto, come detto, è stato possibile grazie al recupero di varie opere nei mercatini. Ogni vecchio quadro, compreso vetro e cornice, è stato pitturato completamente, come se fosse una tela bianca, da qui il nome del progetto “RiArte”.
“Il mio intento era non distruggere il lavoro di altri che hanno messo anima e cuore per realizzare quell’opera – sottolinea Davide Molteni -. In questo mondo così inquinato e maltrattato, con le mie creazioni cerco sempre di utilizzare materiale di recupero da oltre 15 anni. Questa nuova ricerca sui colori è nata a seguito del periodo buio della pandemia in cui tutto appariva grigio e spento. Così preferisco colori forti e luminosi, per trasmettere ai visitatori della mia mostra gioia, felicità e serenità. Il riuso delle opere d’arte focalizza l’essenziale di un mondo a colori. Undici pezzi di varie forme e misure con l’obbiettivo di ingrandire il microcosmo di una foto in cui si nota la potenza e la forza dei colori, per oltrepassare i confini che le convenzioni pongono con le cornici e il vetro, per superare e offrire allo spettatore una visione più ampia del colore. Ma una nuova visione parte sempre dalle grandi opere del passato e chi si vuole avvicinare all’arte moderna non può prescindere da uno sguardo che guarda indietro”.
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